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Il termine collage deriva dal francese coller, incollare, e consiste nel produrre opere, su differenziati supporti, con materiali quali la carta, prima di tutto – e di ogni tipo, da quella da pacco ai fogli di giornale alle veline, ai parati etc. –, ma anche tessuti, legni, metallo, francobolli, banconote, cerini, plastiche, contenitori, confezioni di sigarette, biglietti usati e anche fotografie. Il procedimento dà corpo a composizioni di varia natura e la resa dell’immagine finale può essere sia figurativa che astratta.
La genesi del collage ha origini lontane: con l’invenzione della carta in Cina; ad essa, infatti, si legò presto la tecnica del collage, sapiente e meticolosa, proverbialmente connessa al mondo orientale.
Dobbiamo attendere il XIII secolo in Europa per vedere tale metodica rifiorire con delle innovazioni: arricchita della foglia d’oro, unita nelle pitture e poi, nelle cattedrali gotiche, nelle icone con l’introduzione anche di pietre dure e gemme impiegate nelle immagini sacre e negli stemmi.
Un uso del collage vero e proprio era portato avanti nell’800 dalle donne e anche uomini delle agiate famiglie vittoriane e deriva dai primi biglietti da visita, fotografici, con i ritratti di famiglia o delle attività commerciali che si volevano pubblicizzare. Queste carte erano nate quando la stampa fotografica era diventata più alla portata di tutti. Ebbene, si originò da qui un vero e proprio hobby e collezionismo. Ma fu agli inizi del Novecento che l’arte del collage entra di diritto come elemento espressivo dei più grandi artisti del secolo.
Creare un collage richiede pazienza, lentezza, tanta creatività e spirito d’osservazione. Essere un maestro di collage vuol dire esprimere più arti e saperi manuali in un colpo solo. Dal saper essere un mastro cartaio ad un mosaicista, da un doratore a un pittore.
Esso, inevitabilmente si dilata nella realizzazione delle opere fatte dall’applicazione dei frammenti assestati come piccoli intarsi, o mosaici, che via via si daranno in maniera definita come immagine. Di che tipo? Lo abbiamo visto: ogni artista ha la sua ricerca, la sua voce e la sua ossessione…