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Realizziamo un mosaico



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Realizziamo un mosaico

IL MOSAICO (ARTE MUSIVA)

L’arte di dipingere con la pietra

 

Il mosaico è una tecnica decorativa con la quale viene riprodotto un determinato disegno per mezzo di frammenti (in genere di forma grosso modo quadrata), detti tessere, di diversi materiali, come: pietre naturali/marmi, ceramica smaltata o paste vitree colorate. Il termine deriva dal latino musaicum opus: “opera sacra alle Muse”, le protettrici delle arti. Ha origini molto antiche in Asia Minore e in Mesopotamia, ma è soprattutto caratteristico del mondo greco-romano prima e di quello medievale poi, dove raggiunge il suo massimo splendore.

 

Il ruolo del mosaicista moderno si differenzia dal musivarius del passato. Vediamo perché.

Da sempre in ogni settore la lotta dei ruoli e delle competenze è considerata parte integrante del lavoro e fin dalle prime testimonianze sul mosaico è semplice distinguere chi aveva potere e chi no. È interessante constatare come ognuno avesse un suo ruolo e un suo posto all’interno della grande catena di montaggio.

 

Si pensa che tutti facessero tutto ma in realtà la distribuzione delle forze e delle capacità aveva una sua logica ben strutturata, ogni maestranza aveva un nome specifico che identificava le sue abilità e si suddividevano in due categorie: artisti e operatori. I primi si dedicavano esclusivamente alla realizzazione pittorica del mosaico e venivano pagati anche 150 denari al giorno; gli altri, la cosiddetta “bassa manovalanza”, si sporcavano le mani sul campo e avevano una retribuzione inferiore.

 

Gli artisti si identificavano in:

  • Pictor imaginarius, ovvero l’artista che disegnava il cartone per il mosaico nonché personaggio chiave del team.
  • Pictor parientarus, ovvero colui che riportava il disegno dal cartone alla parete o al pavimento con l’uso della sinopia.
  • Musivarius, ovvero l’artigiano che conosceva i vari tipi di materiali nei vari colori e nelle proprietà, disponeva con calma le tessere nell’area da ricoprire in mosaico.

Gli operatori si identificavano in:

  • Tagliapietre, ovvero l’operaio che tagliava in blocchi i marmi nelle cave.
  • Marmoraro, ovvero colui che riduceva i blocchi in lastre levigate.
  • Quadretari, ovvero coloro che disponevano le lastre di diverse forme nelle pareti o nei pavimenti.
  • Pavimentari, ovvero chi realizzava gli strati d’impasto che servivano come superficie di base per il mosaico
  • Lapidarius structor, ovvero lo scalpellino della pietra.
  • Calci coctor, ovvero colui che produceva la calce.

Questo modo di operare rendeva il lavoro semplice e scorrevole. E rendeva il livello qualitativo del mosaico di prestigio perché di ottima manifattura, infatti come si può percepire, era necessario creare una grande squadra di professionisti impegnate tutte nella realizzazione di un mosaico.

 

Oggi le cose sono cambiate.

Le piccole realtà artigiane, a causa di ragioni legate spesso all’industrializzazione dei prodotti e alla crisi economica in cui il Paese si è imbattuto, hanno dovuto ridimensionare la struttura organizzativa e lavorativa a tal punto che, nella stragrande maggioranza dei casi, abbiamo in Italia singoli artigiani musivi capaci di racchiudere in sé tante di quelle maestranze che prima erano affidate a più professionisti specifici del settore. Spesso infatti capita che colui che un tempo veniva chiamato Musivarius (l’artista) oggi sia Musivarius + Pictor Imaginarius + Pictor parientarius + Pavimentario + ecc.

 

Solo nei casi di lavorazioni di grandi metrature di mosaico alcune di queste maestranze ritornano ad essere utilizzate singolarmente.

 

A partire dal 1300, e ancor più nel Quattrocento (Rinascimento), l’arte del mosaico cade progressivamente in disuso e conosce un periodo di lunga decadenza in cui, per la decorazione interna di chiese, ville, palazzi signorili ecc., viene sostituito dall’affresco.

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