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Uno stemma ha due componenti: il campo e le figure. Il primo rappresenta lo scudo e può essere di un unico colore (scudo pieno) oppure ripartito in aree distinte, le cosiddette “partizioni”, di colore diverso. Le seconde sono tutte quelle forme che possono essere disegnate sul campo, in uno o in più esemplari; le figure araldiche, a loro volta, si possono distinguere in “figure” – immagini reali o inventate di persone, animali, oggetti, ecc. – e “pezze” – forme geometriche elementari o complesse che non vanno confuse con quelle che compaiono come componenti del campo –.
L’araldica si è sviluppata nel Medio Evo in tutta l’Europa come un sistema coerente di identificazione non solo delle persone, ma anche delle linee di discendenza, il che la rende malgrado tutto un sistema unico nel suo tempo.
Non esiste una teoria inoppugnabile che possa spiegare la nascita e il repentino sviluppo dell’araldica, in tutti i paesi d’Europa. La maggioranza degli studiosi la ritiene apparsa nel XII secolo con la nascita dei tornei, utilizzata dai membri dell’aristocrazia o nobiltà e del clero, ma è stata anche avanzata l’ipotesi che essa sia nata durante le Crociate, quando i cavalieri cristiani avrebbero imitato l’usanza islamica di distinguere i cavalieri per mezzo di emblemi, colori e disegni simbolici applicati sugli abiti e sulle bardature dei cavalli, sugli scudi e sugli stendardi, al fine di riconoscere alleati ed avversari.
I maestri artigiani che si occupavano di creare, dipingere e decorare gli stemmi di casate nobili, cavalieri ed ecclesiatici, dovevano seguire degli schemi costruttivi e pittorici molto precisi; dalla scelta dei colori che potevano essere abbinati tra loro fino alle figure che venivano rappresentate, animali, vegetali o simboliche. Si andò cosi sviluppando con i secoli una vera e propria disciplina dell’araldica molto ricca e articolata a cui ogni artista poteva attingere per evitare qualsiasi errore stilistico e creare lo stemma commissionato che rappresentasse nei colori e nella simbologia un unicum originale e non ripetibile.